Il pangiallo è un dolce molto antico, che gli antichi romani regalavano per buon auspicio. La frutta secca in genere, e le noci in particolare veniva lanciata alle spose come portafortuna. Io proporrò ora la ricetta originale del pangiallo come lo facevano loro, con una piccola modifica, che ho apportato per questione di opportunità e che vedremo dopo.
Sciacquate bene il limone e l'arancia, anche per togliere eventuali anticrittogamici. Togliete una striscia di buccia ad entrambi, avendo cura di eliminare la parte bianca. Poi dividete le strisce che avete ricavato in strisce e/o pezzettini piccoli.
Anzitutto indossate i guanti. Non so se avete mai provato a lavorare il miele a mani nude, ma è una cosa che può dare molto fastidio. Se lo fate, abbiate almeno cura di usare solo una delle due mani, tenendo l'altra mano pulita.
Versate tutta la frutta secca sgusciata, denocciolata se lo contiene ed eventualmente divisa in pezzi in una boule. Aggiungete le piccole stisce degli agrumi e la cioccolata se avete scelto di metterla.
Ricopritela di miele ed amalgamate bene il tutto.
Adesso versate la maggior parte farina nella boule ed amalgamate bene il composto. Poi mettete l'ultimo cucchiaio di farina sulla superfice dove lo lavorate. Servirà a sigillare il dolce.
Dipende ora dalla forma che gli volete dare. Se volete dargli una forma bombata, la modellate a forma di pagnotta. Oppure gli potete dare la forma di torta.
Io non la uso, per i motivi detti, ma vi do' ugualmente le istruzioni per farla.
Se volete usare l'uovo, prendete il tuorlo di un paio di uova con uno dei metodi che ho indicato, e con un pennello da cucina o anche solo con un cucchiaino spennellate la superfice.
Se invece volete fare la glassa con lo zafferano, in un pentolino scaldate due cucchiai di olio, lo zafferano ed un poco d'acqua. Si deve solo amalgamare e formare una crema con cui spennellare il dolce.
Adesso infornate il tutto. Forno statico, 15 minuti a non oltre 160 gradi o rischiate di bruciare la frutta secca.