I romani sono un popolo di contadini. E’ quindi naturale che il miele sia presente sulle tavole da tempo immemore. In generale viene consumato sia da solo (miele cristallizzato) sia nei dolci (pangiallo).
Questa proprietà afrodisiaca del miele non è solo millantata, ma ha una base chimica. Il miele è infatti una fonte di boro, un oligoelemento che, se ingerito fa aumentare sia il livello degli estrogeni che stimolano il desiderio nelle donne, sia quello del testosterone che stimola quello degli uomini. In altre parole è l’antenato del Viagra, la pillola blu che si prende per tirarlo su e resistere più a lungo. E’ un vasodilatatore meno efficace ma fa anche molto meno male.
Per la verità questa storia miele come cibo afrodisiaco, ha origini molto più lontane dell’Antica Roma. In Egitto, Cleopatra quando si intratteneva con Marco Antonio si faceva portare un dolce a base di miele e frutta secca. Evidentemente non si fidava di lui. Da quella ricetta immagino derivi il pangiallo romano.
Se pensate che la luna sia di miele a caso, toglietevelo dalla testa. Questo detto deriva dai Vichinghi che durante la “luna di miele” bevevano per tradizione una bevanda mista di vino e miele chiamata idromele.
Successivamente il miele viene utilizzato per trattare il tema sessuale nella Bibbia.
Nel Cantico “mangiare e bere” viene simboleggiata un’esperienza erotica. La donna dice “Venga il mio diletto nel suo giardino e ne mangi i frutti squisiti” (4,16); l’uomo risponde: “Sono venuto nel mio giardino, sorella mia, sposa, e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo; mangio il mio favo e il mio miele, bevo il mio vino e il mio latte. / Mangiate, amici, bevete; inebriatevi, o cari” (5,1).
Poiché il giardino rappresenta simbolicamente il sesso femminile, mangiare e bere il corrispettivo maschile. Il simbolismo erotico viene rafforzato dalla frequente
allusione al vino, al miele, al latte, ai frutti, al melograno. Tutti i simboli sono da intendersi come trattazione del tema dell’amore.
Tutte le strade portano a Roma; era quindi inevitabile che questa storia del miele per aumentare la potenza sessuale dovesse arrivare a Roma, che l’ha diffusa ulteriormente nel mondo. A chi non piacerebbe aumentare la potenza sessuale del proprio partner a letto? Gli antichi romani non facevano eccezione.
Facendo un salto nella storia, si ha notizia di prescrizioni a tale scopo di una tisana di miele e zenzero anche da parte di Avicenna, medico persiano del 1000 d.C..
Siamo arrivati nel Medio Evo e troviamo la teriaca. La teriaca era ,a medicina per un sacco di roba, dalla febbre, all’insonnia, all’angina, all’emicrania ed ovviamente era usata tra l’altro per risvegliare gli appetiti sessuali.
Somministrazione ed il dosaggio variavano a seconda della malattia, dell’età e del grado di debilitazione del paziente e persino della stagione (il periodo più favorevole era l’inverno, seguito da autunno e primavera; sconsigliata l’estate).
Era consigliato di scioglierla nel miele.
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Composizione della teriaca
La sua composizione ha avuto delle variazioni nel tempo, trasformandosi da rimedio contro i veleni a rimedio per combattere numerose malattie. Le teriache del XVI, XVII e XVIII secolo erano fondamentalmente composte da: carne essiccata di vipera (elemento primario), valeriana, oppio, pepe, zafferano, mirra, malvasia, polvere di mummia e anche angelica, centaurea minore, genziana, incenso, timo, tarassaco (componenti amari), matricaria (elementi sedativi), succo d’acacia, potentilla (componenti astringenti), miele attico, liquirizia (addolcenti), finocchio, anice, cannella, cardamomo (elementi carminativi), aristolochia, opoponax (elementi fetidi), scilla, agarico bianco (componenti acri), vino di Spagna.
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Pur senza nessun fondamento scientifico questa medicina è durata da Ippocrate fino al 1906. Funzionava ‘sta stronzata…
Simbologia del miele
La simbologia del miele è comunque quasi infinita. La “luna di miele” come ho detto sopra, il latte e miele, dolce come il miele, il color biondo miele dei capelli di una donna, sono tutte cose tendenti a richiamare il lato sessuale di questo alimento.
Ovviamente la simbologia del miele è stata ipersfruttata. Ogni volta che ci sta il sesso di mezzo esce il miele. Su questa fama ci ha giocato spesso il cinema, giocando in modo sfacciato sulla simbologia. Nel titolo “Zucchero miele e peperoncino”, ci sono ben 3 simboli erotici ma penso che la Edwige Fenech dei bei tempi funzionasse ben più di una vagonata di miele e peperoncino. Discorso che vale pure per Angelina Jolie nella “Terra del sangue e del miele”. Altro che miele o cioccolata (altro alimento che si porta dietro una fama erotica).
Il film cult che fa riferimento al miele è ovviamente “9 settimane e mezzo”. Vi metto la scena del miele e vi lascio liberi di sognare di essere al posto dei protagonisti.
E adesso vi lascio sulle note di uno dei molteplici capolavori di Dalla. Sono certo che vi rispecchia pienamente in questo momento, sia che siate uomini, sia che siate donne. Vi vedo salire le scale 3 alla volta e stendervi sul divano…
Il miele concilia il sonno?
Sfatiamo un mito. E’ assolutamente falso che il miele nel latte caldo concili il sonno, come dicevano le nostre nonne. Gli zuccheri provocano infatti una riduzione delle cellule di orexina che regola il ritmo sonno veglia. Quindi se assumiamo sostanze zuccherine prima di andare a letto, il nostro sonno sarà più leggero ed avremo il sonno più leggero. Il latte da solo potrebbe conciliare il sonno e la spiegazione tecnica, troppo tecnica per questo blog la trovate al link.
Questo è un blog di cucina, molto tecnico; a volte direi… “non convenzionale” ma vi sconsiglio di giudicare dai titoli. Chi mi ama mi segua, chi non mi ama, mi molli; il mio scopo è divertirmi imparando. Questi blog di cucina tutti uguali mi sono venuti a noia.
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