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Sei una pentola di fagioli

I fagioli sono legumi poco costosi e quindi molto presenti nelle ricette romane. Ovviamente sono spesso associati ad ingredienti piccanti come il peperoncino (fagioli con le cotiche).

Come cucinare i fagioli

Questo è un blog di cucina anzitutto, quindi adesso vediamo per prima cosa come cucinare i fagioli delle due diverse tipologie fondamentali: freschi e secchi. 

Fagioli freschi

I fagioli freschi, essendo più teneri perché più ricchi d’acqua non devono subire la fase di ammollo. Inoltre, sempre per lo stesso motivo, devono stare meno tempo sul fuoco.

Cottura

E’ senz’altro più veloce della cottura dei fagioli secchi. Quindi ve li consiglio certamente su questi ultimi, anche perché avendo già una certa quantità di acqua all’interno, non necessitano di ammollo.

Vediamo i fattori da tenere presente quando cuciniamo i fagioli:

Ovviamente dovete tenere conto del fatto che i fagioli freschi hanno ancora il baccello, il peso del quale arriva, in genere fino al 50% del peso totale. Quindi da 1 kg. di fagioli freschi ne ricaverete 500 grammi di fagioli sgranati. Quando li cuocerete il peso salirà di un 10%, e quindi avremo 550 grammi di prodotto, sufficienti per fare la porzione a 4 persone.

La prima operazione che dovete fare è ovviamente quella di guardarli uno per uno allo scopo di scartare i fagioli difettati.

Lavate i fagioli nel lavandino in un colapasta, poi metteteli in acqua fredda in una pentola abbastanza grande da contenere acqua che li superi appena. Tenete conto che l’acqua bolle, e quindi il bordo dovrà superare di un poco il livello dell’acqua, che altrimenti uscirà dalla pentola, magari spegnendovi il fuoco.

Se aggiungete qui qualche verdura tipo carota, patata o sedano e qualche spezia tipo l’alloro (molto usato), una foglia di salvia, rosmarino o peperoncino o altro che vi piace tipo la curcuma, male non fate di sicuro.

Fate bollire l’acqua; poi abbassate la fiamma a temperatura di mantenimento. Lasciate cuocere per 25 minuti con la pentola coperta altrimenti si asciuga troppo l’acqua. Mescolate di tanto in tanto con la cucchiara per evitare che magari si attacchino al fondo. In mezzo alla cottura aggiungete il sale (non quello rosa altrimenti col piffero che si scioglie) ma quello grigio di Normandia, quello di Cervia o fino normale. Il sale deve essere messo solo all’ultimo per diversi motivi. Il primo è che la bollitura dell’acqua se lo mettete prima ritarda, il secondo è che entrando nei fagioli li fa sfaldare.
Se avete coperto la pentola non vi serve, ma se doveste trovarvi nella necessità di aggiungere acqua, fatelo tranquillamente a patto che sia calda perché l’acqua fredda farebbe indurire i fagioli.

Conservazione

Si conservano in frigorifero 2-3 giorni molto bene, poi iniziano ad asciugarsi perdendo acqua. In alternativa li potete congelare per farli durare fino a 5-6 mesi.

Fagioli secchi

Quando il fagiolo è secco, il gioco si fa duro. Bisogna metterli in ammollo almeno 12 ore in acqua fredda.

Poi fate la stessa operazione che fate con i fagioli freschi. Ossia li mettete in una pentola grande a sufficienza con acqua fredda appena sufficiente a coprirli. Aggiungete le verdure che volete, le spezie che volete. Il tempo di cottura varia di molto rispetto ai fagioli freschi: invece di 25-30 minuti qui serve da un’ora e mezza alle 2 ore. Per evitare che caccino troppa schiuma in questo tempo mettete un cucchiaio di olio che consentirà di mantenere la tensione superficiale dell’acqua e di evitarlo. La cottura del fagiolo andrà verificata e dipenderà da quanto sono vecchi e dal tipo di fagioli che avete usato.

Ovviamente per lo stesso motivo detto per i fagioli freschi (ossia che fa sfaldare i fagioli) il sale si aggiunge alla fine.

Sale
Sale

La cottura in pentola a pressione è possibile ovviamente solo per i fagioli secchi. La potete fare aumentando il volume dell’acqua fino al doppio di quello dei fagioli. Chiudete la pentola, ed alzate sotto una fiamma viva fino al fischio della pentola a pressione. Poi abbassate il fuoco e lasciate la pentola sulla fiamma per altri 20 minuti.

Oltre che nel solito modo è anche possibile consumare i fagioli nel solito modo si può anche considerare una misura alternativa: la pasta di fagioli.

Pasta di fagioli con fiori di zucca

La pasta di fagioli con fiori di zucca è una ricetta facile da fare, che ho fatto per un motivo fondamentale: creare un piatto che potesse esprimere la catena alimentare nel modo più completo possibile. Ci sono infatti la pasta fatta con farina di fagioli in rappresentanza dei legumi, un poco di pecorino per le proteine animali, i fiori di zucca per le fibre e le vitamine.

Prima di cominciare voglio essere onesto. Questo piatto, da un punto di vista alimentare è assolutamente nutriente e completo. L'assenza di glutine e di carboidrati semplici tipici della pasta "normale" lo rende adatto sia per i celiaci, sia per i diabetici. Come gusto a me personalmente non è piaciuto molto, ma non è un problema del piatto, quanto di consistenza della pasta, che la farina di fagioli rende friabile. Se non siete né diabetici né celiaci, usate la pasta normale ed i fagioli freschi ed il gusto cambia, a mio avviso, completamente. Da un punto di vista dietetico, vanno bene i legumi, ma il guanciale contiene 650 calorie per 100 grammi; quindi, se siete a dieta, non esagerate.

Piatto Primi piatti
Cucina Romana
Preparazione 5 minuti
Cottura 7 minuti
Porzioni 4 persone
Calorie 300 kcal

Ingredienti

  • 500 grammi sedano
  • 200 grammi di pecorino romano
  • 5-6 di fiori di zucca
  • q.b. sale
  • q.b. di pepe bianco
  • q.b. menta io non l'ho messa, ma può dare un tocco di freschezza e colore al piatto.

Istruzioni

Il guanciale

  1. Tagliate una fettina di guanciale spessa a fettine abbastanza sottili. Magari comprate al supermarket i petali di guanciale già pronti. La prima soluzione è migliore sia per l'assenza di conservanti, sia perché per quanto bene può essere fatto il sottovuoto, un minimo il guanciale nelle vaschette si secca. Mettete poi queste fettine a spurgare in una padella di ferro.

    Guanciale in padella

Il pecorino

  1. Preparate i 3/4 del pecorino romano grattugiato in una scodella.

    Pecorino romano

I fiori di zucca

  1. Li allargate con due dita facendo attenzione a non romperli e togliete il pistillo interno che può risultare indigesto. Io li uso crudi, ma se volete metterli al forno, e magari riempirli di pecorino, una decina di minuti a 180 gradi va benissimo.

    Fiori di zucca ripieni di pecorino romano

Come preparare la pasta di fagioli con fiori di zucca.

  1. Mettiamo a bollire l'acqua, e quando bolle, buttiamo il sale. Poi buttiamo la pasta nell'acqua. Ricordate che ci mette pochissimo a cuocere. Questo tipo di pasta schiuma parecchio, quindi procurate di avere a portata di mano un cucchiaio o una schiumarola per toglierla dalla superficie.

    Acqua della pasta che bolle
  2. A questo punto il guanciale deve aver spurgato il suo grasso. Ve ne accorgete dal fatto che diventa trasparente. Versateci sopra due dita di vino ed alzate il fuoco per farlo diventare croccante. Non dovrebbe servire più di 1 minuto.

  3. Questo tipo di farina contiene la sua parte di amido che è maggiore della pasta normale. Quando sono passati 3-4 minuti mettete un mestolino di acqua della pasta nella scodella del pecorino e mescolate con vigore, magari aiutandovi con un miscelatore. Se è troppo secco aggiungete acqua, se è troppo umido aggiungete pecorino romano. Poi aggiungete il pepe bianco a vostro gusto.

    Crema di pecorino romano e pepe
  4. Dopo 7 minuti, o comunque dopo il tempo indicato sulla scatola della pasta, la scolate, conservando ovviamente l'acqua di cottura. Servirà se vedete che la pasta è troppo secca.

  5. Versate la crema di pecorino romano, il guanciale croccante e le foglie di menta sulla pasta, e mescolate con vigore. Infine impiattate e servite a tavola.

    Pasta di fagioli con fiori di zucca

I fagioli fanno ingrassare… ma anche no

I fagioli sono, grazie alla loro facilità di coltivazione, tra i legumi più consumati in assoluto. E questo nonostante tra i loro difetti ci sia il causare gonfiore addominale. Questo però è può essere ridotto con qualche attenzione in più in cottura, per esempio l’ammollo che fa aumentare la quantità di acqua presente. La presenza elevata di vitamine, carboidrati, proteine e sali minerali e la carenza di grassi e di colesterolo cattivo ne fa un’ottima fonte di energia. Anche in presenza di un elevato apporto calorico (303 kcal per 100 grammi) possono, con le dovute accortezze e senza esagerare, entrare nella dieta. Il motivo principale è che il loro consumo inibisce l’azione di alcuni enzimi e quindi abbassa l’apporto calorico del resto delle cose che mangiamo. Quindi, è vero che ingeriamo molte calorie, ma è anche vero che abbassiamo le calorie apportate da altri cibi consumati. Non è questo però l’unico motivo, vediamo brevemente, per una volta, gli altri.

Valori nutrizionali dei fagioli

I fagioli come tutti i legumi si meritano sul campo l’appellativo di “carne dei poveri” perché contengono una bella quantità di proteine e quasi tutti gli aminoacidi essenziali. Non tutti però, quindi, se anche li inserite in una dieta completamente vegetariana, bisogna tenere presenti che vanno integrati con quelli mancanti. Contengono anche vitamine, fibre, antiossidanti e sali minerali.

Contenuto di carboidrati

Il 48% dei carboidrati contenuti nei fagioli è costituito dall’amido detto “a lento rilascio”. E’ questo fattore a determinare una più difficile digeribilità dei legumi rispetto ad altri alimenti. Tuttavia è proprio questo che determina un più lento rilascio di zuccheri nel sangue che li rende ideali per le diete associate al diabete.

Contenuto di fibre e sali minerali

E’ molto elevato e questo consente sia di saziarci con poco, sia di combattere la stitichezza. 

Non mi voglio ammattire a descrivere le altre proprietà dei fagioli. E’ un blog di cucina, non di medicina. Se volete approfondire l’argomento però potete farlo sul sito liltbiella.it

La soluzione al problema del gonfiore addominale

I fagioli generano gonfiiore addominale dovuto alla presenza di zuccheri che nell’intestino si mescolano alla flora batterica presente fermentando e determinando produzione di gas.

Per risolvere questo problema lasciate i fagioli in ammollo in acqua fredda per qualche minuto, poi sciacquateli e fateli cuocere in una pentola sostituendo l’acqua. Per evitare questo problema, puoi seguire una procedura ben precisa: metti i fagioli a bagno in acqua fredda per qualche minuto, sciacquali e poi falli cuocere in pentola con acqua nuova. Questo procedimento elimina gran parte degli zuccheri, proprio grazie all’ammollo e al successivo risciacquo.

Il ‘rischio gonfiore’ può essere attenuato anche utilizzando erbe o spezie durante la cottura: particolarmente efficaci sono lo zenzero macinato e la santoreggia, che si possono usare anche insieme.

Varietà di fagioli

Ci sono più oltre 300 varietà di fagioli, di moltissime forme e di altrettanti colori. Si è partiti dal fagiolo all’occhio (Dolico) per essere poi contaminato da quello spagnolo e da quello americano. Ovviamente le sostanze contenute variano con il tipo di fagiolo di cui si parla.

Storia dei fagioli

I fagioli sono arrivati dagli egiziani, che li coltivavano con il lime nella piana del Nilo, agli Etruschi. In particolare in Egitto era l’alimento dei sacerdoti durante i riti che i sacerdoti facevano per ingraziarsi le divinità. La varietà che esisteva era unica (oggi attraverso incroci vari, sono diventati decine. Si chiamava Dolichos o “fagiolo all’occhio” ed era una pianta tropicale tipica delle regioni tropicali dell’Asia e dell’Africa. La taglia è piccola rispetto ai fagioli americani, il colore biancastro; presenta un’inquietante macchia nera in presenza dell’attaccamento al baccello che ricorda un occhio (simbolo di Iside, dea della Luna). Da cui il nome “Fagiolo d’Egitto”.

Fagioli-dolico
Fagioli-dolico

Curiosità
“D’Egitto”…ma che vacanze d’Egitto; ma che lavoro d’Egitto… da dove viene?
Giorgio Di Rienzo, linguista del Corriere della Sera dice:
Ci sono due possibilità. La prima richiama le dieci piaghe d’Egitto, con cui Dio convinse il Faraone (secondo l’Esodo) a concedere la libertà agli ebrei di partire. In questo caso l’espressione indica qualcosa di terribile, che non si può accettare.La seconda fa riferimento all’Egitto come luogo lontano, dai costumi molto diversi dai nostri, che appaiono dunque stravaganti e inaccettabili.

I FAGIOLI COME MATERIA PRIMA NELL’ANTICA ROMA.

Greci e Romani erano consumatori abituali di fagioli, ma non era considerato gran che. Era considerato invece il cibo dei contadini e della povera gente. Ebbene si, gli idioti non sono esclusivi dell’epoca nostra. Lo stesso Virgilio lo chiamava “vilem phaseulum” in quanto se ne trovava in quantità ed era quindi a disposizione di tutti. Quindi, al contrario di altri legumi (al contrario di altri legumi: Pisoni-piselli, Lentulo-lenticchie, Fabia-fava), non ha mai dato il nome ad alcuna delle famiglie romane.

Medioevo

Prosegue, grazie alle sue notevoli qualità nutritive ed alla sua grande diffusione, la sua funzione di alimento presso i poveri ed i lavoratori che li impiegavano in zuppe o con contorno di carne. Sempre ovviamente il quinto quarto che come sappiamo si consumava il sabato, perché la domenica doveva arrivare la carne fresca sul tavolo del nobile.
1492: 12 ottobre per la precisione, Colombo scopre l’America.

Curiosità
Il 10 novembre 2018 la statua di Cristoforo Colombo è stata rimossa da Los Angeles perché: ” “Fu personalmente responsabile di diverse atrocità, le sue azioni hanno messo in moto il più grande genocidio della storia”.

Arrivarono quindi in Europa i “phaseolus vulgaris”. E si diffusero rapidamente perché attraverso infiniti incroci la gente era già abituata a fave, lupini ed anche al fagiolo dolico.
Ebbero una diffusione relativamente rapida grazie al fatto che la gente era già abituata alle fave, ai lupini, e appunto al “fagiolo dolico” dotato del famoso occhio di cui parlavamo prima.
Colombo dicevamo. Li portò da Cuba, nei primi anni del ‘500, e si diffondono in tutta Europa a partire dagli inizi del XVI° secolo.
Questi fagioli furono chiamati “cannellini”, nome con cui sono noti ancora oggi, “fagioli di Lima” o “fagioli di Spagna”, erano considerati, al contrario di quanto dice la storia dei fagioli europei, una merce preziosa utile anche come regalo persino di nozze presso i Medici.

Fagioli cannellini
Fagioli cannellini

Quindi finivano nei vari menù degli aristocratici, assieme ai fagiolini. Poi, essendo comunque come gli altri tipi di fagioli, persero la loro caratteristica di esclusività e si diffusero tra il popolo.
Da qui in poi nel tempo, la loro funzione non cambia. Sono sempre entrati in minestre, nelle zuppe, nei menù di ogni ristorante di ogni ordine e grado.

Modi di dire sui fagioli

Inutile che ve lo dica, considerata la loro storia e la loro diffusione sono un’infinità, la maggior parte collegati alla loro caratteristica di causare turbolenze intestinali. Se dovete andare in società subito dopo, evitateli. Un buon modo per limitare le “emissioni” è il carbone vegetale. Una pasticca e passa la paura.

Quando canta il cuculo si piantano ceci e fagioli
Quando canta l’assiolo, contadin semina il fagiolo
I fagioli sono la carne dei poveri
Riso e fagioli fan crescere i figlioli
Fagioli, fagioli, legumi pazzi! Più ne mangi e più strombazzi!
Tanto l’amore quanto la minestra di fagioli vogliono uno sfogo
I fasioi sbrega i lenzioi (veneto)
Gli amici falsi son come i fagioli: parlano di dietro
Mangia fagioli a pranzo, e non avrai amici a cena (greco)
Andare a fagiolo (essere adatto)
A Marradi, seminan fagioli e nascon ladri
Leva l’unto, son fagioli
Fagiolo a fagiolo, si empie il paiolo
Chi si vanta da solo, non vale un fagiolo
Semmina fasuli e semminali sulu (siciliano)
Pianta fagioli e da solo. (evita le cattive compagnie)
Essere come una pentola di fagioli (parlare in continuazione)
Il caldo del letto non fa bollir fagioli
Amor xe amor, no xe brodo de fasoi (triestino) (L’amore non è una minestra di fagioli, è una cosa seria)
Se’ più coglion del Bista, che piantava i fagioli co’ la rivoltella
La fame trasforma i fagioli in mandorle 
Flautulentissimus famelicus tolleratus sed neccessarius phaseolus – famelicissimi, poiché sono feroci con le nuove matricole e responsabili di un loro comportamento o gesto errato
Famelicus sed Toleratus Phaseolus
Fiorentin mangia fagioli, lecca piatti e romaioli

Disciplinare dei fagioli cannellini di Atina

Il Lazio ha il suo DOP rappresentato dai fagioli cannellini di Atina di cui riporto qui il disciplinare corretto a livello grafico per renderlo leggibile e tagliandone un pezzo enorme dove descrive i contorni della zona di produzione. E’ lunghissimo, ma dà un’idea delle modalita di coltivazione e raccolta dei fagioli in generale e di questo in particolare.

Questo tipo di fagioli ha un’importantissima caratteristica: NON NECESSITA DELL’AMMOLLO

Art. 1
Denominazione

La Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.) “Fagiolo Cannellino di Atina” è riservata esclusivamente al legume che risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione.

Art. 2
Descrizione del prodotto

Il “Fagiolo Cannellino di Atina” DOP designa il prodotto ottenuto dalla coltivazione della pianta di Phaseulus vulgaris L, ecotipo locale “Cannellino di Atina”.
Caratteristiche del prodotto:
All’atto dell’immissione al consumo il “Fagiolo Cannellino di Atina” deve presentare le seguenti caratteristiche:
Forma: reniforme, leggermente ellittico e schiacciato
Dimensione: lunghezza da 0,9 cm a 1,4 cm e larghezza da 0,5 cm a 0,6 cm
Colore : bianco opaco
Tegumento: sottile
Peso medio per 100 semi: da un minimo di 38 g ad un massimo di 50 g
Umidità dei fagioli secchi al momento della commercializzazione: ≤ 13%.
Caratteristiche organolettiche:
Epicarpo tenero e deliquescente al palato dopo la cottura. Il “Fagiolo Cannellino di Atina”, a differenza degli altri fagioli, non necessita di essere messo a bagno prima della cottura.

Art. 3
Zona di produzione
Non ce la posso fare… sono pagine e pagine delimitanti la zona della Regione Lazio dove questo si produce.

Art. 4
Prova dell’origine

Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando per ognuna gli input e gli output. In questo modo, e attraverso l’iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla struttura di controllo, delle particelle catastali sulle quali avviene la coltivazione, dei produttori e dei condizionatori, nonché attraverso la denuncia tempestiva alla struttura di controllo dei quantitativi prodotti, è garantita la tracciabilità del prodotto. Tutte le persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, saranno assoggettate al controllo da parte della struttura di controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo piano di controllo.

Art. 5
Metodo di ottenimento
Metodo di coltivazione:
La semina, effettuata a mano o con la seminatrice, viene praticata dal 15 giugno al 15 luglio di ciascun anno.
L’investimento di semi è di 70-90 kg/ha.
Non è ammesso alcun tipo di concimazione. La dotazione di elementi nutritivi è solo quella residua della eventuale precessione colturale con graminacee autunno–vernine.
È ammessa la lotta fitosanitaria nel rispetto della normativa vigente.
L’irrigazione viene effettuata ogni 6-10 giorni, utilizzando le acque del fiume Melfa, del torrente Mollarino e loro affluenti con il metodo a scorrimento, a pioggia o a goccia.
La raccolta viene effettuata nel periodo compreso fra il 10 settembre ed il 30 ottobre di ciascun anno.
Le piante, una volta raccolte, vengono poste per l’essiccazione in ambienti coperti o scoperti per un periodo massimo di 45 giorni dalla raccolta; successivamente vengono sottoposte a trebbiatura.
In seguito il prodotto viene sottoposto alla fase di selezione manuale o meccanica allo scopo di eliminare le impurità ed i fagioli non rispondenti all’ideotipo.
La produzione ed il condizionamento del Fagiolo Cannellino di Atina devono avvenire nella zona delimitata all’art. 3 poiché il prodotto che non è trattato con alcun tipo di conservante, se trasportato risentirebbe di variazioni sensibili di temperatura e di umidità che oltre a variarne le caratteristiche organolettiche creerebbero le condizioni per l’attecchimento del tonchio rendendo il fagiolo inutilizzabile.

Art. 6
Legame con l’ambiente

Il Fagiolo Cannellino di Atina” D.O.P. viene considerato un simbolo della cultura e della tradizione dei territori dell’areale di produzione così come individuato all’art 3. La sua denominazione è riconducibile all’area geografica storicamente più vocata alla coltivazione, che determina in modo univoco le peculiarità del prodotto, rendendolo perfettamente distinguibile ed inimitabile.
Infatti, le qualità organolettiche del “Fagiolo Cannellino di Atina” sono dovute alla specificità dell’ecotipo, ma soprattutto al terreno, definito “focaleto”, localizzato lungo le sponde del fiume Melfa, del torrente Mollarino e dei loro affluenti, di origine alluvionale e ricco di manganese, molto percolante e di colore scuro su cui è coltivato il fagiolo. Tale composizione e struttura del terreno di coltivazione determina la principale caratteristica del prodotto data dalla presenza di un tegumento sottile, che rende il Fagiolo Cannellino di Atina più tenero rispetto a quello coltivato in altre condizioni podologiche ed è l’unico, infatti, che non necessita di essere messo a bagno prima della cottura.
L’acqua utilizzata per l’irrigazione, proveniente dal fiume Melfa, dal torrente Mollarino e dai loro affluenti, si caratterizza per un contenuto di fosforo e azoto molto bassi, ampiamente al di sotto dei limiti consentiti, testimone di un’assenza di inquinamento antropico; risulta, invece, presente il Manganese, seppure in basse concentrazioni, che contraddistingue il terreno su cui viene coltivato il Fagiolo Cannellino di Atina; il calcio, presente in quantità apprezzabile, influenza la quantità di pectine presenti nel prodotto finale.
Anche dal punto di vista climatico l’areale di produzione è caratterizzato da una situazione molto favorevole alla coltivazione del Fagiolo Cannellino di Atina. Difatti questa coltura è caratterizzata da un ciclo produttivo esclusivamente estivo e piuttosto breve (75-95 giorni), che per le sua crescita necessita di temperature diurne piuttosto elevate e notturne relativamente basse. L’escursione termica fra giorno e notte, tipica dell’area di coltivazione, influenza la crescita della pianta e di conseguenza le caratteristiche del prodotto finale.
Le precipitazioni sono concentrate soprattutto nel periodo autunno-inverno, anche se frequenti sono le piogge estive tali da ridurre, o addirittura rendere assente, il periodo di aridità nei mesi di luglio ed agosto.
Il fattore umano contribuisce in modo determinante all’ottenimento di un buon prodotto. Buona parte della popolazione residente dell’areale coltiva con passione e competenza il Fagiolo Cannellino di Atina, utilizzando tecniche tramandate da generazioni di padre in figlio. Il seme che viene annualmente auto-riprodotto a livello aziendale è gelosamente custodito.
In un territorio particolarmente depresso dal punto di vista economico ed occupazionale, dove il fenomeno dell’emigrazione è ancora fortemente presente, la “riscoperta” del Fagiolo Cannellino di Atina costituisce un concreto sbocco occupazionale.
Gli elementi storici del “Fagiolo Cannellino di Atina” DOP non mancano di certo. Molteplici sono, infatti, le testimonianze, che attestano come questa leguminosa sia entrata a far parte della società locale. Già nel 1811 il Demarco definisce il “Fagiolo Cannellino di Atina” di ottima qualità, così come il Cirelli nel “Il Regno delle due Sicilie” (Vol.III 1855/60) fornisce dati statistici molto significativi sulla produzione agricola del 1853, e fra questi menziona la produzione del “Fagiolo
Cannellino di Atina” dell’Agro di Atina pari a 2500 tomoli annui. Il “Fagiolo Cannellino di Atina” era molto diffuso nei poderi Visocchi, dove venivano coltivati i fagioli nelle loro tre diverse qualità:
fagioli banchi, meglio conosciuti come Cannellini di Atina, fagiolo rossi e fagioli misti. Il “Fagiolo Cannellino di Atina” è stato sempre l’alimento principe dei contadini, che lo cucinavano nella caratteristica “pignata” e lo condivano con un filo di olio di oliva; in passato rappresentava il pasto unico a mezzogiorno. Dalle registrazioni riportate sui Mastri si può apprendere che i fagioli, oltre ad essere destinati al consumo familiare ed alla vendita, venivano regalati ai conoscenti ed ai parenti, proprio perché qualitativamente molti pregiati.
Dal punto di vista economico la coltivazione del “Fagiolo Cannellino di Atina”, rappresenta una delle colture di maggior reddito nella valle, insieme alla coltivazione della vigna e dell’olivo.
Questo legume, inoltre, ha una notevole influenza sulla gastronomia locale, essendo un ingrediente base di molte ricette tradizionali dell’areale. La sua denominazione è entrata ormai prepotentemente nell’uso del linguaggio comune e commerciale come largamente testimoniato dalle numerose ricette, da fatture , etichette, e depliant pubblicitari.

Art. 7
Controlli

Il controllo sulla conformità del prodotto al disciplinare è svolto da una struttura di controllo conformemente a quanto stabilito dagli artt. 10 e 11 del Reg. CE n. 510/06. Tale struttura è l’Autorità pubblica Camera di commercio, industria, artigianato ed agricoltura di Frosinone
indirizzo: Viale Roma, 03100 Frosinone, Tel. 0775.2751 – Fax 0775.270442 E-mail info@fr.camcom.it.

Art. 8
Etichettatura
Confezionamento

Le tipologie di confezionamento ammesse sono:
 sacchetti da 250 g a 5 Kg.
 sacchetti sottovuoto da 250 g. a 5 Kg.
 vaschette da 250 g. a 3 Kg.
 vaschette sottovuoto da 250 g a 3 Kg.
 surgelati nelle confezioni sopra riportate
Etichettatura
La confezione reca obbligatoriamente sulla etichetta a caratteri di stampa chiari e leggibili, oltre al simbolo grafico comunitario e relative e alle informazioni corrispondenti ai requisiti di legge le seguenti ulteriori indicazioni:
 “Fagiolo Cannellino di Atina” seguita dall’acronimo DOP (Denominazione di Origine Protetta);
 Il nome, la ragione sociale, l’indirizzo dell’azienda produttrice e confezionatrice.
E’ vietata l’aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente prevista. E’ tuttavia ammesso l’utilizzo di indicazioni che facciano riferimento a marchi privati, purché questi non abbiano significato laudativo o siano tali da trarre in inganno il consumatore, dell’indicazione del nome dell’azienda dai cui appezzamenti il prodotto deriva, nonché di altri riferimenti veritieri e documentabili che siano consentiti dalla normativa comunitaria, nazionale o regionale e non siano in contrasto con le finalità e i contenuti del presente disciplinare.
La denominazione “Fagiolo Cannellino di Atina” è intraducibile.

Logo
Il logo, della denominazione “Fagiolo Cannellino di Atina” è costituito da due cerchi concentrici di colore pantone patinato 7522:

  • quello interno è su fondo arancio, corrispondente al pantone patinato 7416, riporta un fagiolo cannellino di Atina di colore avana con pantone patinato 727, una ghirlanda, sottostante, con foglie di colore verde corrispondente al pantone patinato 361, ramo di colore pantone patinato 7522 e nastrino di colore rosso pantone patinato 185, sovrastante il fagiolo è posta una corona disegnata con linee nere al 100% colorata internamente con verde pantone patinato 582 e esternamente con giallo pantone patinato 604; sopra la corona è posta la scritta D.O.P. avente carattere Times New Roman e di colore nero al 100%.
  • il cerchio esterno e quello interno sono delimitati da un filo di almeno 1 pt di colore marrone
    corrispondente al pantone patinato 7522; tra questi è riportata la scritta in grassetto “Fagiolo
    cannellino di Atina”, avente carattere Times New Roman, di colore nero al 100%, mentre nella
    parte superiore sono poste tre stelle di colore giallo pantone patinato 394, su fondo blu pantone patinato 286 adiacenti al tricolore italiano avente il colore verde pantone patinato 361, bianco 100%, rosso pantone patinato 185,
    Il logo si potrà adattare proporzionalmente alle varie declinazioni di utilizzo.

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