La pasta all’amatriciana è una delle ricette classiche romane. Sostituisce il peperoncino piccante al pepe, ed aggiunge il pomodoro al pecorino romano ed al guanciale.
La pasta più adatta è considerata il bucatino per la presenza del buco. In questo infatti resta intrappolato il sugo e consente un maggior apprezzamento a chi la mangia. La pancetta resta sconsigliata; la potete pure mettere ma il guanciale è più grasso e quindi saporito.
Il nido che vedete nella foto potete farlo con l’apposita pinza per spaghetti, ma ci vuole un minimo di pratica.
Pasta all’amatriciana. Bucatini o spaghetti.
Gli ingredienti base della vera pasta all'amatriciana originale sono pecorino romano e guanciale, cui si aggiunge il pomodoro e, fondamentale, il peperoncino. Vediamo passo passo come farla.
Ingredienti
- 300 grammi di pasta bucatini o spaghettoni
- 120 grammi di pecorino romano dop grattugiato di recente Brunelli
- 160 grammi di guanciale
- 3 pomodori
- 200 grammi di passata di pomodoro
- q.b. peperoncino piccante
- q.b. sale di Camargue se potete (ma costa caro)
- mezzo bicchiere di vino bianco facoltativo
- mezzo cucchiaino di bicarbonato
- mezza cipolla con cui strofinare la padella per chi piace
Istruzioni
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Iniziamo a preparare gli ingredienti.
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Facciamo un taglio a croce sotto i pomodori. Poi facciamo bollire in un pentolino un poco d'acqua, ce li buttiamo dentro e ce li teniamo un paio di minuti. Poi li tiriamo fuori, li spelliamo, li dividiamo a metà, li priviamo dei semi e, infine, li tagliamo a pezzetti.
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Il guanciale migliore è quello amatriciano. Come dice il nome è fatto apposta. Ci sta anche la versione aromatizzata al peperoncino e per la verità lo trovo ugualmente buono. Tuttavia ho visto che molti usano il guanciale pepato salvo poi mettere una "virgola" di peperoncino nel pomodoro.
Come fare la pasta all'amatriciana bianca cremosa.
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E' la prima cosa da preparare perché per liberare il licopene, ossia le sue sostanze nutritive ha bisogno di almeno 20 minuti.
Mettiamo i pomodori a pezzi e la passata di pomodoro in una padella con un filo di olio extravergine. E' importante lasciare tutta l'acqua possibile, sia quella della passata sia quella che risulta dai pomodori. Poi accendiamo una fiamma bassissima sotto e mettiamo il coperchio sopra per non far seccare. Giriamo spesso, e se ci accorgiamo che si secca troppo, aggiungiamo un poco di acqua bollente prendendola dalla pentola della pasta.
Il trucco del bicarbonato
Mezzo cucchiaino di bicarbonato nella padella; serve a stemperare l'acidità del pomodoro. Tenete presente che ne serve pochissimo (mezzo cucchiaino basta per 2kg.); se eccedete il pomodoro assumerà un sapore aspro.
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Il guanciale lo tagliamo a fettine non troppo sottili da una fetta spessa. Devono diventare croccanti fuori e morbide dentro.
Poi lo mettiamo in una padella in ferro rigorosamente senza olio e senza altri grassi che cambierebbero il sapore del piatto. Rilascerà grasso e le fettine diventeranno trasparenti. Accendiamo un fuoco molto basso sotto.
Quando le fettine di guanciale saranno diventate trasparenti alziamo una trentina di secondi il fuoco al massimo per far fare la crosta con la reazione di Maillard. Poi mettiamo il vino bianco (o un poco di acqua di cottura come faccio io) nella padella per bloccare la cottura.
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In un recipiente mettiamo il pecorino romano grattugiato di fresco. Se lo compiamo già grattugiato rischiamo un sapore leggermente diverso perché è un formaggio che assorbe umidità.
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Adesso mettiamo la pentola con l'acqua sul fuoco. Quando bolle buttiamo la pasta che abbiamo scelto. Io uso i bucatini, sono possibili anche gli spaghetti e qualcuno usa penne e rigatoni.
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Passati 5 minuti, la pasta avrà rilasciato una parte del glutine. Mettiamo un cucchiaio di acqua della pasta per volta nel pecorino e, aiutandoci eventualmente con un miscelatore, mescolate fino ad ottenere la consistenza desiderata.
Se la crema è troppo densa, aggiungiamo acqua, se è troppo liquida aggiuniamo pecorino. Farla a parte è il trucco per farla riuscire. Se mantecate il tutto direttamente nella pasta, rischiamo di sbagliare le proporzioni degli ingredienti. Se forma grumi passiamo il minipimer per toglierli.
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Mettiamo ora nella padella del guanciale il pomodoro a pezzi, e la passata. Versiamo un paio di mestoli d'acqua e procediamo con la cottura con, a portata di mano, la cucchiara di legno per girare il tutto; facciamo cuocere fino a che la pasta non sarà pronta.
Teniamo presente che, per far venire la pasta al dente, dovrà restare sul fuoco in tutto un paio di minuti meno del minutaggio scritto sul pacco.
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Quidi, due minuti prima di tirarla via, scoliamo la pasta, e mettiamo a mantecare con un piccolo mestolo di acqua di cottura nella padella con il guanciale ed il pomodoro. Se sapete farlo fatela saltare un paio di minuti, altrimenti limitatevi a girarla spesso.
A cottura ultimata, versiamo in una pastiera, la pasta, la crema di pecorino romano grattugiato e peperoncino ed il contenuto della padella con il guanciale ed il pomodoro.
Infine aggiungiamo il peperoncino a crudo, impiattiamo e serviamo tavola i vostri spaghetti all'amatriciana con il pecorino romano rimasto ed il peperoncino in polvere per chi lo volesse aggiungere.
Ovviamente alla fine del piatto di pasta è obbligatoria la scarpetta. Noi vi raccomandiamo di abbrustolire il pane.
Che vino abbinare alla pasta all’amatriciana?
- E’ una pasta dal sapore abbastanza forte ed aromatica per la presenza del peperoncino. Il vino deve quindi essere aromatico, strutturato, morbido ma non vellutato. Quindi in generale un vino rosso o al massimo un rosato. In generale un Montepulciano d’Abruzzo oppure, volendo restare nel Lazio, un Cesanese.
E come secondo dopo l’amatriciana?
- L’amatriciana è un piatto piccante molto forte, quindi sconsiglierei il pesce bianco, troppo delicato. Ma ci vedrei bene un piatto di scaloppine al limone per esempio. Magari con salsa agrodolce per creare contrasto.
Amatriciana: la ricetta con il bimby
Anche qui come nell’amatriciana bianca abbiamo il problema della tostatura a secco del pepe e del guanciale croccante che va preparato a parte. In più qui, abbiamo il problema del pomodoro, che deve cuocere almeno 20 minuti per liberare il licopene. Anche questo va cotto a parte. In più non potete fare la mantecatura.
Tutto si può fare, ma come minimo ci si mette il triplo del tempo.
Storia della pasta all’amatriciana
L’amatriciana, o ‘matriciana in romanesco, è il sugo della pasta che prende il nome da Amatrice, un paese che era in Abruzzo fino al 1927 e che poi passa nel Lazio (ecco perché gli abruzzesi reclamano l’origine del piatto).
E’ una ricetta tradizionale laziale che deriva dalla gricia che a sua volta proviene dalla cacio e pepe. In realtà si è però successivamente differenziata venendo ad assumere, attraverso il peperoncino, quel carattere piccante tipicamente romano che nella gricia, essendoci il pepe, è minore.
Perché amatriciana?
Questa, come le altre 2, fu inventata dai pastori, che giravano per pascoli avendo nella bisaccia pecorino, guanciale e pepe nero. La ricetta originale fu inventata da loro, che andavano per pascoli con strutto, pasta secca, guanciale, pepe nero e pecorino. I “pastori” di Amatrice, successivamente si stabilirono nella città, aprendo le osterie, e facendo diventare “amatriciano” sinonimo di “osteria”. All’amatriciana venne applicata l’aferesi tipica del dialetto romano delle parole che iniziano per “a” e divenne ‘matriciana.
A Roma nel rione Ponte ci sta il Vicolo dei Matriciani che nel 1870 divento’ degli Amatriciani. Ed è quello dove gli abitanti di Amatrice vivevano e vendevano al mercato i prodotti coltivati.
Dove è nata la pasta all’amatriciana
Roma pretende anche di vantare una propria ricetta di Amatriciana il cui autore dovrebbe essere un cuoco di Amatrice, stabilitosi a Roma. Molteplici dovrebbero essere le differenze,
- il pomodoro usato, che nell’amatriciana romana è il Casalino e non il San Marzano. Il Casalino è il pomodoro enorme a coste tanto comune anche oggi nei supermercati romani.
- Ad Amatrice si usa il pecorino locale, più dolce di quello romano usato nella versione romana. In effetti il pecorino romano è salatissimo e bisogna essere abituati a mangiarlo.
- La proporzione di guanciale ad Amatrice è 25 grammi ogni 100 di pasta, mentre a Roma sono 50.
- Ad Amatrice si usa l’olio extravergine per soffriggere il guanciale mentre a Roma si spurga nella padella in ferro.
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